Il 24 maggio (ore 21.00) prossimo il Teatro Petrolini di Roma ospiterà la seconda tappa de Laltro Battisti: una particolarissima iniziativa ideata, promossa e messa in scena da Davide Mineo, medico per professione musicista per vocazione, e pensata per riscoprire un Battisti molto meno noto, quello del periodo di Pasquale Panella, ma ricco di suggestioni e quanto mai attuale. Abbiamo voluto rivolgergli alcune domande
Musica e benessere. Non vogliamo essere ripetitive, ma con il nome che ci portiamo la domanda è d’obbligo: a te la musica fa bene immaginiamo…
Beh per me la musica, ma anche la poesia, sono state oltre che una passione quelli che si dice un toccasana. Senza sembrare retorici e banali, senza dubbio la musica, più in generale l’arte e la cultura, hanno un grande potere sia catartico che maieutico. Più semplicemente, andare a studiare un grande artista come Battisti ti obbliga a scardinare i pensieri e a metterti in discussione, orecchie ed anima.
Soprattutto se parliamo del periodo di Panella…
Certo, perché versi come “Amarsi è questo: escludere d’essere i soli al mondo, i soli ad esser soli amando, sterminandole l’invincibile armata” da I ritorni (La sposa occidentale) oppure “Ecco che siamo la viva immagine di una distilleria abusiva che, goccia a goccia, secerne puro spirito” da Estetica (Hegel) ti muovono dentro, ti obbligano a confrontarti con la cifra poetica che è iscritta in ciascuno di noi e, alla fine, sei costretto a fare i conti con chi sei e con cosa cerchi dalla vita. La scrittura di Panella in questo senso è veramente potente, fuori dalle righe, coraggiosa e dirompente.
Quello che cercava Lucio senz’altro
Certamente, quello che cercava Lucio che è stato un vero rivoluzionario, ma forse lo capiremo con il tempo. Questa mia operazione è in questa linea. Lucio va letto ascoltandolo veramente senza farsi condizionare ne da uno sguardo passato né dai pregiudizi del presente. Così, scevro dal tempo e dai tempi. In questo senso sa essere eterno e sempre contemporaneo. Poi non possiamo prescindere dalla consapevolezza dei tempi, ma quella diventa una successiva riflessione storica e culturale.
Da medico: come leggi il rapporto fra musica, cultura e salute?
Potrei dire che se esiste un elemento che accomuna la salute con la cultura è che sono entrambe un investimento indispensabile per la vita dei cittadini: non è un mistero che persone più colte sono spesso più consapevoli e conducono anche una vita più sana. Certamente a livello del singolo individuo questo non è sempre vero: non lo è per certo artisti dannati, per tutti coloro che hanno abbinato la propria ispirazione all’uso delle droghe, per esempio. Ma a livello sociale più ampio è indiscutibile che la diffusione di istruzione e cultura è sempre foriera di una straordinaria qualità della vita.
Intervista a cura di Maria Luisa Lafiandra