Dopo 3 anni di concerti in giro fra Italia ed Europa, i Fake Jam cambiano veste, tuffandosi nei mille colori della lingua italiana e nei molteplici colori dei generi musicali che hanno respirato nella propria storia musicale. Ed è così che dalla crisalide dei Fake Jam nascono gli Icona Cluster: Mattia Elmi (Lead vocals, guitar), Gianluca Arcesilai (Electric guitar), Luca Impellizzeri (Percussion, Sample), Daniele Cristani (Electric bass), Giovanni Tamburini (Trumpet), Antonio Rapa (Drum), Manuel Goretti (Keyboards).
La loro formazione risale oramai al 16 ottobre del 2017, uniti da una grande passione per la musica, da tanta energia e tanta voglia di buttar fuori la propria creatività. Nati dal funk, i loro testi e il loro groove sono animati da un forte desiderio di dire la propria sulla società contemporanea, sul presente e sul futuro di una generazione che vuole riprendersi dalla vita e dall’anima una prospettiva più autentica e profonda.
Nel dicembre 2021 esce per l’italo tedesca Rubik, prodotto da Natty Dub (Funk ShuiProject), Bestie feroci degli Icona Cluster, il nuovo singolo della band bolognese che, dismessi i panni da Fake Jam, sta disegnando traccia dopo traccia la propria identità di band indie, che ha scelto di attraversare con una propria decisa personalità i generi per esprimere la propria giovanile, mai giovanilista, denuncia di un mondo che non sa più essere umano.
Pur nel cambio del sound e nel passaggio alla lingua italiana, è la scelta etica e musicale che rimane anche nei nuovi panni della band: meno spesi sul palco del grotesque, ma sempre attenti alla verità al di là della finzione.
Dopo Aspetta e Vedrai, uscito a giugno, in cui si denunciava infatti il malessere di una generazione che non vede più futuro davanti a sé, con Bestie Feroci gli Icona Cluster affrontano il sempre più drammatico tema del ritmo snaturante di questa nostra contemporaneità che non lascia spazio al giusto confronto con la propria interiorità e al dialogo profondo con gli altri. Che, in definitiva, uccide la vera libertà di essere persone.
Il colore musicale di questa traccia ha il profumo e l’intensità della malinconia che rimaneggia i suggerimenti di un linguaggio rap, addolcendone i tratti con i ritmi dell’hip hop le influenze del rock, una spruzzatina di jazz e un carattere un po’ patchanka.