Affrontare la prima direzione di un film non è semplice, e questo gli addetti ai lavori lo sanno molto bene. Un regista non deve solamente dirigere, ma deve imprimere la sua visione, unendo tra di loro i vari elementi che finiscono per comporre un intero film. Se non si agisce in questo modo il rischio è di presentare al pubblico un’opera senz’anima, un esercizio di stile che poco ha a che vedere con ciò che il cinema dovrebbe fare: emozionare.

Tutta questa premessa serve a spiegare perché io abbia apprezzato così tanto Il Ladro di Stelle Cadenti. Siamo di fronte alla prima regia di Francisco Saia, che si è messo alla prova e ne è uscito vincitore, non mi vergogno di dirlo. Un regista di 26 anni, ma che ha saputo portare in sala un lavoro ispirato, spirituale, coinvolgente e fortemente emotivo. Bravo Francisco, ma ora torna in fretta dietro alla cinepresa perché voglio vedere cos’altro sarai capace di combinare.

Passando al film vero e proprio la prima cosa da dire è che Il Ladro di Stelle Cadenti è a tutti gli effetti una fiaba moderna, che ha come centro il concetto stesso di “desiderio”: cosa sono i desideri e in che modo influenzano la vita di ognuno di noi? Le chiavi di lettura sono diverse, in un film che è in grado di trasmettere messaggi su più livelli. Il Ladro di Stelle Cadenti è un racconto che vuole parlare a tutti, e ci riesce davvero facilmente.

Il merito non è solamente della sceneggiatura, ma anche del grande lavoro svolto nella costruzione di un’atmosfera fiabesca in ogni suo aspetto. La scelta della location, una piccola cittadina sul mare, si unisce alla cura per le scenografie. La colonna sonora è parte integrante di ogni sequenza, aiutando nel portare gli spettatori altrove, verso un viaggio nella fantasia e nell’immaginario.

Ottime anche le prove attoriali, a partire dal protagonista Milo. Lo interpreta Jacopo Rampini, che ha saputo mettere del suo in un personaggio che già a livello di scrittura appare molto completo. Milo è il “ladro di stelle cadenti” da cui deriva il titolo: crescendo ha compreso quanto i desideri possano essere pericolosi, e nel film si impegna nell’evitare che i desideri possano avere conseguenze negative.

Il perfetto contraltare per un personaggio così “leggero” è Betty, con il volto di Clizia Fornasier. Durante la loro adolescenza Betty e Milo si sono voluti bene, ma alla fine la ragazza ha spezzato il cuore del protagonista. Si ritrovano dopo anni, anni in cui Betty è ormai cambiata, diventando una donna profonda, una madre piena di affetto e di responsabilità. Fornasier riesce nel difficile compito di portare in scena un personaggio che rappresenta sullo schermo la figura stessa della donna, nell’evoluzione che affronta nel corso di una vita intera.

Il binomio composto Milo e Betty ha intorno anche altri personaggi che contribuiscono a portare avanti le vicende di Il Ladro di Stelle Cadenti. Il giovanissimo Leandro Baroncini è alla sua prima esperienza cinematografica, in un debutto molto interessanti. Daniel McVicar, che alcuni potrebbero ricordare per il suo ruolo nella soap opera Beautiful, dimostra con le sue doti che il suo posto è effettivamente nel cinema.

Maria Luisa Lafiandra