La recensione

Se siete appassionati di musica classica e seguite le ultime novità provenienti dal panorama
musicale italiano avrete notato l’arrivo di Ascendant, il nuovo album di Domenico Quaceci.
Compositore e pianista, ha già portato all’ascolto del pubblico l’album Like an Ocean, tra
l’altro disponibile su diverse piattaforme se voleste recuperarlo. Molti potrebbero pensare
che Ascendant rappresenti un ideale seguito per l’opera prima di Quaceci, ma in realtà non
è così. Sono entrambe raccolte con una propria individualità, che non solo raccontano
emozioni e sentimenti differenti, ma che fanno riferimento a due periodi diversi nella crescita
artistica dell’autore.
Ascendant è un album che mette al centro un sentimento comune a tutti noi: la nostalgia.
Ognuno ha dei ricordi legati al passato, a persone o a luoghi che in qualche modo hanno
avuto un peso nella propria vita, e che per vari motivi ora fanno parte unicamente dei propri
ricordi. Ogni brano di Ascendant è capace di suscitare un vero e proprio flusso di coscienza,
una corrente emotiva che dall’oggi ci conduce indietro nel tempo. Nonostante ogni brano
abbia al centro la nostalgia sono tutti molto diversi tra loro, una grande dimostrazione di
abilità per il Quaceci compositore. Non si ripete neanche una volta, e ogni traccia è
facilmente riconoscibile rispetto alle altre, grazie ad un sapiente mescolarsi di ritmi e melodie
Si ascolta in meno di un’ora, una durata ottima per chi vuole liberarsi dai propri pensieri e
vivere un’esperienza a metà strada tra la meditazione e il relax.
Sono brani piacevoli singolarmente, ma il mio consiglio è di sentire l’album, almeno in
occasione del primo ascolto, nella sua integrità. Le tracce sono posizionate una dopo l’altra
per avere uno specifico effetto e per dare la sensazione di un vero e proprio racconto, dalla
sognante apertura di Fable alla commovente chiusura di After Sunset.
Giocare con le emozioni è cosa da pochi, ma anche l’aspetto tecnico ha il suo peso. Lo stile
di Quaceci è molto particolare, e uno dei suoi pregi è la capacità di distinguersi nella sua
originalità. Partendo dalla musica classica ha realizzato delle composizioni che guardano al
domani, con delle forte commistioni provenienti dalla musica moderna. Il risultato è un
genere nuovo, che strizza l’occhio al minimalismo ma senza dimenticare l’importanza di
avere solide basi.
Il piano è l’elemento dominante, ma in due occasioni viene affiancato da strumenti
decisamente atipici. Nel brano Ukiyo-e l’erhu di Eliott Tordo è un valido coprotagonista,
pronto a generare un suono misterioso e a rimandare ad atmosfere esotiche e lontane. Lo
stesso accade con la traccia Embrace, in cui Lina Gervasi usa con abile maestria il suo
theremin, uno strumento che emette il suono attraverso l’elettromagnetismo.
Ascendant è un album realizzato unendo l’abilità tecnica alla capacità di entrare in sintonia
con lo spirito di chi ascolta. Sono queste le caratteristiche che consentono a questi brani di
diventare qualcosa di più, delle porte di accesso verso un mondo che vive solo nella nostra
mente. Un universo onirico, una via di fuga dal presente, un modo per ampliare il proprio
pensiero e toccare con mano quella “nostalgia” di cui abbiamo parlato poche righe fa.