Housing first – “la casa prima di tutto”: è questo il titolo del progetto di cui ci racconta il documentario di Tommaso Valente e Christian Poli, uno degli approcci più innovativi per intervenire nel contrasto alla grave marginalità adulta. Sviluppato a New York negli anni Novanta, il modello si è rivelato di successo nei tentativi di risolvere la condizione di molte persone senza dimora, che hanno ricevuto dai servizi sociali territoriali l’opportunità di entrare in un appartamento autonomo.

Se possiamo considerare la casa come spazio della vita e della riproduzione sociale, la casa è la condizione per abitare il mondo, diritto che dovrebbe essere inalienabile ma che, nei fatti, non lo è.

Attraverso la macchina da presa, i due registi hanno però cercato di ribaltare il concetto che, persone che hanno avuto difficoltà talmente grandi da perdere la casa, siano necessariamente dei “bisognosi”. E qui arriva il senso intimo del film: raccontare storie di persone – in maniera autentica e personale – che hanno avuto vite complesse ma che ci sono vicine. La casa è “l’àncora” che può aiutare ed è il cardine del progetto che viene raccontato, ma The passengers è una storia di condivisione, sofferenza, rapporti e relazioni complessi, dipendenze, e allo stesso tempo di riscatto, di persone che cercano di mettersi in gioco e cercano un nuovo inizio. 

Marino, uno dei protagonisti del film: “Alla fine del percorso, avere le chiavi in mano e aprire la porta di casa, è stata un’emozione fortissima. E vorrei che proprio questa emozione arrivasse al pubblico in sala“.