L’acqua è un elemento universalmente importantissimo: l’acqua trascina, pulisce, può distruggere, disseta. Di acqua siamo fatti. Ebbene, quello di Raffaele Spidalieri, con il suo Il segno dell’acqua, è un vero e proprio viaggio fra le pieghe dei ruscelli interiori, lungo le le anse dell’anima e dei pensieri: un percorso che va di pari passo con l’analogo percorso di crescita personale. Che, non a caso, è un percorso musicale e poetico. Il disco nasce, infatti, in un preciso momento storico e da una precisa necessità, ossia quello di una ricerca: “una luce che ti illumini e ti dica dove sei, o la strada che devi percorrere per fare un salto in alto, per guadagnare prospettive più elevate, passare da felino a rapace”. È così che, attraverso un viaggio interiore che si rivela illuminante, egli realizza che, in realtà, che ciò che cercava lo aveva con sé da sempre: quello che ne deriva è una pura consapevolezza che ciascuno di noi ha dentro di sé un pezzo divino, che ci ricongiunge all’uno e al tutto di cui siamo parte. Spidalieri ha scritto di pugno e ha messo insieme, all’interno di ciascuno dei dodici brani, suoi pezzi di strada, libri di autori classici, esperienze, consapevolezze, speranze e anche cadute e fallimenti – che tali non sono, se capaci di far crescere -, e soprattutto silenzio che gli permettesse di ordinare e dare un senso logico e cronologico alla sua visione di “viaggio della vita”: l’invito e il messaggio ultimo del disco è quello di esortare all’empatia, all’amore verso sé stessi e verso il prossimo – la più grande forma di malattia, come lo definisce nel brano La figlia del dottore – in una vita tanto breve quanto preziosa.
In una cornice rythm and blues, che però lascia spazio a suoni morbidi e, allo stesso tempo, ad atmosfere più dark-mediteraneee e sonorità elettroniche, Il segno dell’acqua diventa una vera e propria colonna sonora di un pellegrinaggio alla ricerca di sé.
L’album è presente su tutte le piattaforme digitali e sarà disponibile in vinile da dicembre. Ad accompagnare Raffaele Spidalieri (voce, chitarre e synth), Mauro Grossi al pianoforte e tastiere, Luca Ravagni ai fiati, tastiere e programmazioni elettroniche, Diego Perugini alle chitarre, Franco Fabbrini e Ares Tavolazzi ai bassi elettrici e contrabbasso, Andrea Beninati, Gianni Cerone, Gianluca Meconcelli alla batteria e alle percussioni.