Con gli occhi meravigliati dalla location storica e le orecchie allietate dalla Ardea Filarmonica, un pubblico entusiasta si è goduto un mite anticipo d’estate l’8 maggio, proprio nella Domenica dedicata alla Festa della Mamma, condito da un assaggio sonoro di jazz, in attesa della replica che avrà luogo a giugno e della grande abbuffata musicale in programma dal 15 al 18 luglio 2022 con ospiti d’eccezione come Paolo Fresu, Gegè Telesforo e Fabrizio Bosso. Insomma una domenica fra grande storia dell’arte, musica e riscoperta del territorio: prodotto da ArdeaFilarmonica con il Patrocinio del Comune di Ardea. Una di quelle domeniche che sono la dimostrazione di come il pubblico possa essere coinvolto in eventi del genere.
Ma partiamo dalla fine, dalla musica: l’orchestra ottimamente diretta dal maestro Raffaele Gaizo ha subito coinvolto i partecipanti con una rilettura molto particolare della celeberrima Mamma di Cesare Andrea Bixio e Bixio Cherubini resa celebre da Beneamino Gigli. Per poi muoversi verso tutto un repertorio da orchestra jazz-pop- musica leggera, come l’ha scherzosamente definita lo stesso direttore, con immancabile accompagnamento ritmico delle mani da parte degli spettatori: da Promenade di Carlo Pucci all’Inno alla gioia di Beethoven e a La vita è bella di Piovani. Per arrivare al celeberrimo Valzer brillante di Verdi, ben nota traccia della colonna sonora de Il Gattopardo nell’arrangiamento di Nino Rota. O al delizioso Dragonfly di Marco Martoia.
Musica e non solo perché l’evento, come si diceva, prevedeva prima dello spettacolo anche una visita guidata alle rovine storiche circostanti: fra mura con oltre duemila anni di storia alle spalle, la chiesa S. Pietro del XII sec. e una graditissima free entry al Museo Giacomo Manzù del Ministero dei Beni Culturali, dove il pubblico ha potuto scoprire l’innovativa opera dello scultore Matteo Montani Nei colori del giorno ovvero per un monumento al limite ignoto: un ampio wall painting, collocata su una parete esterna dell’edificio, che si può ammirare soltanto quando viene bagnata da un impianto di irrigazione o con l’ acqua della pioggia che lascia trasparire i colori dell’iride sottostanti la speciale vernice bianca di copertura.
Nel tragitto dal sito archeologico al museo Manzù si incappa in un’altra chicca: la casa-museo Franco Califano nel centro storico della cittadina. Ne ha parlato, fra musica e parole, Antonello Mazzeo, storico collaboratore musicale dell’autore che, a fianco ad una interpretazione della splendida E la chiamano estate, ha ricordato momenti di vita con il Califfo.
Dulcis in fundo per ogni partecipe un libro a scelta tratto dalla bancarella della Biblioteca Comunale e l’aperitivo gentilmente offerto sempre con il patrocinio della Giunta Comunale.
by Fabrizio Compagnoni