Riapre il Teatro Verde di Venezia, uno splendida cavea all’aperto sull’Isola di San Giorgio: inaugurato nel 1954, e per un certo tempo centro nei mesi estivi di spettacoli di ogni genere dalla prosa all’opera, dalla sinfonica alla danza, a partire dagli anni Settanta ha purtroppo diradato le proprie rappresentazioni. Dopo un ventennio circa di inutilizzo, per qualche anno – dal 1999 al 2002 – è stato utilizzato per alcuni spettacoli della Biennale Danza. A parte qualche isolato evento, solo più recentemente, nel 2013-2014, è stato riaperto per ospitare alcuni concerti promossi da Ponderosa Music & Arts. Molti i problemi di fondo del Teatro Verde della Fondazione Cini che nel tempo hanno inciso nel suo scarso impiego artistico. La precarietà della programmazione di spettacoli all’aperto, innanzitutto, pericolosamente legata ai rischi atmosferici. La posizione decentrata ed isolata rispetto alla città ed i ridotti collegamenti con essa; ma anche gli alti costi di gestione connessi alla struttura stessa, bisognosa di continui interventi di manutenzione o di ripristino, hanno rivestito un ruolo sostanziale nella sua vicenda. 

Ora, grazie all’importante partnership con la parigina Maison Cartier ed alla collaborazione con l’Università Internazionale per l’Arte – che ha studiato e curato i necessari lavori – ne è stata restaurata a fondo l’architettura, valorizzando le qualità dei materiali che la strutturano e sistemata ed integrata la ricca vegetazione circostante, ripristinando così le aperte spazialità e gli straordinari scorci paesaggistici del singolare sito veneziano. Dunque a breve la suggestiva bellezza del Teatro Verde, nonostante non potrà ancora ospitare nuovi spettacoli, potrà almeno essere goduta dai visitatori dell’Isola di San Giorgio. Al restauro si accompagna un progetto artistico per la valorizzazione del Teatro con un’opera digitale firmata dall’artista Mattia Casalegno e il sound designer Martux_m che, il 9 aprile, presenteranno il trailer de La maschera del tempo visualizzabile anche da dispositivi mobili. “La valorizzazione dell’anfiteatro è un piano a lungo termine, – ha commentato il segretario generale della Fondazione, Renata Codello – che abbiamo cominciato con determinazione e porteremo alla conclusione nei prossimi anni. Gli investimenti per ultimare il restauro sono consistenti, – ha concluso – ma confidiamo di poter perseguire l’obiettivo grazie ad alcune partnership che già in questa fase hanno permesso i primi interventi e la riapertura”.