volte l’arte arriva tardi nelle vite di alcuni e quando lo fa si impone per le sue capacità catartiche e risolutorie. E’ il caso di uno dei più importanti statisti dello scorso secolo, un personaggio complesso, capace di imporsi per le sue doti strategiche, ma anche per la sua ironia immediata e sagace oltre che per le sue doti di scrittore che gli valsero, tra l’altro, il premio nobel per la letteratura nel 1953.
Era il 1914, Winston Churchill aveva quarant’anni e nella sua casa del Surrey, poco lontano da Londra, iniziò ad affrontare le crisi depressive che lo invadevano già da tempo, liberando la sua vena artistica su tela.Churchill ebbe una vita avventurosa e movimentata, viaggiò molto e non lasciava a casa i pennelli cercando di contrastare i tanti gravosi impegni concedendosi a tele e cavalletti in sereno, liberatorio  silenzio.Amava in particolare i paesaggi: venne anche in Italia, alla fine della guerra sul lago di Como, ma aveva già in precedenza visitato e ritratto anche il Lago di Garda ed altri paesaggi alpini. A casa, in Inghilterra, ritraeva nature morte. Nel 1951 regalò all’attrice Vivien Leigh una delle sue tele.

Churchill espose anche la sua arte: con lo pseudonimo di Charles Morin nel 1921 ebbe modo di farsi conoscere a Parigi, vendendo anche sei delle sue tele. In seguito a Londra nel 1947, col nome di David Winter, la Royal Academy of Arts di Londra scelse due delle sue opere. Durante la sua vita pare abbia dipinto circa 500 quadri.Churchill fu un personaggio particolare, oggi viene ricordato per la sua forza, per la capacità di contrastare l’avanzamento di Hitler con molta determinazione, fin dalla prima ora, quando in tanti guardavano con ammirazione l’ascesa del futuro dittatore, lui seppe leggere con sospetto quella bramosia di potere che avrebbe segnato le scelte di Hitler. In una persona come lui, che a quarant’anni trovò nella pittura una forma di espressione e di contrasto alla depressione, possiamo ipotizzare quanto potè diventare strumentare la presenza dell’arte.

Churchill viene ricordato con una personalità irruente e irascibile, come tale è utile immaginare come la pittura, con la sua calma, con i tempi scanditi dai disegni preparatori, dalla scelta dei colori, dalle pennellate sulla tela, potesse essere fonte di rallentamento di pensiero e respiro. Inoltre, la capacità di alienarsi dalla realtà, per portare su un quadro una immagine ferma, con la scelta di luce, oltre che del soggetto, della prospettiva da cui si decide di ritrarlo e di tutte le varianti che un’opera richiede, potrebbero esser state decisive per garantire allo statista un distacco da quella dimensione tesa e piena di continue ruminazioni che è stata la sua vita politica, soprattutto durante il periodo bellico.

Churchill fu un uomo sportivo nel periodo della gioventù, si dilettava nel polo, scaricando li le sue energie, quando a quarant’anni si avvicinò alla pittura, non sembra difficile intuire come le vigorose capacità abbiano trovato una dimensione nuova e non necessariamente espresse con una fisicità. A volte l’arte si inserisce anche in questo modo nella vita delle persone, permettendo alle energie di gioventù di incanalarsi in modo differente, lasciando evolvere la persona e offrendole la possibilità di esprimersi e scaricarsi allo stesso tempo, garantendo anche la facoltà di poter perfezionare il proprio prodotto artistico con dovizia di dettagli e lasciandoci modo per poter maturare l’opera nei tempi che è possibile dedicarcisi.

Seppe reinventarsi in molti modi nel corso della sua esistenza. Per quanto durante tutta la vita fu uno scrittore di saggi e con questa attività si mantenne quando era lontano dagli incarichi di governo, per lui l’arte fu la massima espressione della grande emotività che aveva e che poteva imprimere su quadri nella seconda parte della sua vita. Per approfondire, oltre alle molte biografie esistenti, consigliamo la prima stagione della serie tv The Crown, in cui il personaggio di questo straordinario statista viene sviluppato perfettamente.

Maria Luisa Lafiandra