Raccontare storie che fanno bene all’anima: mai come un buon libro sa tirar fuori dal lettore i suoi sogni, le sue passioni, le mille emozioni nascoste. Esistono poi quegli altri libri: quelli che ti fanno ritrovare la tua voglia di cambiare il mondo. Questo quello che viene dalla lettura di Su la testa di Federico Traversa, uscito di recente per le edizioni Punto d’Incontro e dedicato al racconto commosso e appassionato dell’esperienza dello stesso autore che per sette anni ha avuto la fortuna di camminare insieme a don Gallo. Il volume porta l’emozionata prefazione di Don Ciotti.

Non è importante sventolare la fede come una bandiera ma confrontarsi, seguire le orme del bene fra la neve, migliorare il senso di empatia che abbiamo dentro, tendersi la mano. Così si cerca e si trova Dio: insieme. Questo è l’importante!” Così sapeva parlare questo uomo immenso che era Don Andrea Gallo: il prete degli ultimi, l’anima appassionata della poesia e della musica di De Andrè.

“Il Gallo”, come lo chiamavano i suoi ragazzi, amava definirsi un “prete da marciapiede”: aveva scelto come università la strada e come insegnanti prostitute, senzatetto, tossicodipendenti e tutte quelle vite costantemente sull’orlo del baratro. Una mano sul Vangelo, l’altra sulla Costituzione, tra le labbra l’insostituibile sigaro e nella mente gli esempi di Gesù Cristo e Che Guevara a illuminare la via…

Questo e molto altro è stato Don Andrea Gallo (1928-2013), che ha dedicato la sua vita agli emarginati di ogni razza, religione o colore. Ispirandosi alla Teologia della Liberazione, negli anni Settanta fondò la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, un rifugio per tutte le persone in difficoltà: tossicodipendenti, prostitute, uomini e donne in transito da un sesso a un altro. È diventato famoso durante il G8 del 2001, quando si è espresso pubblicamente contro la brutalità della polizia nei confronti dei manifestanti. Spesso criticato dai più conservatori, è presto diventato un esempio del mondo pacifista, ambientalista e non violento. 

Il rapporto profondo e speciale di Federico e don Gallo in Su la testa! prende la forma di un road movie letterario, tra le notti passate nel piccolo uffifficio della Comunità di San Benedetto Al Porto di Genova, i tanti pranzi in compagnia, i lunghi viaggi in macchina trascorsi a parlare di tutto, con il microfono sem- pre acceso e la voglia di capire a fare da bussola. Fra una città e l’altra, mentre sotto scorrono i chilometri, i due incontrano personaggi noti (da Manu Chao a Caparezza, da Moni Ovadia a Ce- lentano, da Vittorio Sgarbi a Beppe Grillo ecc.) e altri meno noti ma ugualmente im- portanti, i cosiddetti “ultimi”, in cerca di qualcuno capace di ascoltarli. Il risultato è un viaggio spirituale commovente e autentico, che ci ricorda come gli opposti spesso siano due facce della stessa identica medaglia.

Scrive nella sua prefazione Don Ciotti: “Grazie a Federico di aver condiviso memorie anche intime di don Gallo, di riportarcelo alla memoria nella sua dimensione privata oltre che pubblica. Anche se dalla memoria non se ne è mai andato: vive nel ricordo di un impegno condiviso, vive nei gesti quotidiani di chi quell’im- pegno continua con uguale tenacia, vive nelle tante espressioni di una Chiesa che accoglie, che ascolta, che si mette in gioco per il cambiamento”.